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Ecco perché Padre Pio tornò finalmente in convento

L'intervento di Raffaelina Cerase

Il prolungato soggiorno di Padre Pio in famiglia, (fino al 1916) fuori dalla fraternità religiosa, preoccupava i superiori, che trovavano delle difficoltà a conciliare il fatto con le regole dell’Ordine, anche se erano consapevoli che tutti i tentativi di rientro erano falliti e sempre per motivi oggettivi di salute. Il problema fu risolto con l’aiuto di Dio e di una donna molto malata, che chiedeva una visita di Padre Pio prima di morire. La donna si chiamava Raffaelina Cerase ed era di Foggia. Nata in una famiglia nobile il 1 novembre 1868 si iscrisse al Terz’Ordine Francescano e all’Azione Cattolica e nel 1914, per il tramite del padre Agostino da San Marco in Lamis, iniziò una corrispondenza epistolare con Padre Pio, il quale, per aderire alla volontà del confessore, accettò di guidarla, con paterne sollecitudine, nelle vie dello spirito.

Nel febbraio 1915 Raffaeleina gli scrisse: “Vi aspettiamo a maggio col desiderio affrettiamo questo giorno santo, beato, ripieno di giubilo spirituale. Amen”. Giunto maggio, Raffaelina si appellava alla forza di un miracolo affinché il direttore potesse dimorare nella stessa città di Foggia per realizzare meglio il suo compito di santificarla: “Se voi (un miracolo soltanto lo potrebbe) vi fissaste nel convento di Foggia, chissà che questa figlia indegna, perversa, gran peccatrice, non divenisse una santa?”. A settembre 1915 Padre Pio scriveva: “Vorrei avere la fortuna di avvicinarci e potere dal confessionale farvi leggere nelle infinie pieghe della mia povera coscienza. Rispondetemi lungamente”. Il 28 settembre si obbligò con la promessa di un viaggio: “Ci rivedremo a Foggia, lì si salderanno tutti i conti. Per ora vivete tranquilla”. Il 14 dicembre padre Agostino, con la raccomandazione del massimo riserbo, le palesa uno stratagemma: “Io lo condurrò costà ad ogni modo. Quando sarà venuto, voi cercherete di farlo rimanere anche fino alla morte. Quando saremo felici tutti, se si potrà attuare questo divisamento!”

Passarono due mesi e Padre Pio rientrò definitivamente in convento.

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Padre Pio ha formato Gruppi di Preghiera Casalinghi che si sono poi divulgati in Tutto il Mondo. Oggi qui al Nord Milano è svanito questo Bellissimo rito di pregare in più persone del Palazzo. Per diversi motivi sono stati abbandonati i gruppi di preghiera. Ma resta Vivo in me quei Brevi momenti di confidenza tra di noi, riguardo la nostra fede in Gesù. Io ero troppo sincero con alcune persone che vedevano la Madonna, e gli domandavo alcune cose cioè tu ami i tuoi nemici? E loro mi rispondevano di No. Ecco che io le rimproveravo e loro si offendevano, cioè gli dicevo: se non Ami i Nemici che Vedi come puoi tu Amare DIO che Non vedi. Comincia ad amare i tuoi nemici, e quale merito tu hai, se ami solo chi ti ama… Bisogna saper amare di più coloro che sono lontani da DIO che per loro Sfortuna non conoscono l’Amore di Gesù. Io invece da ragazzino ho fatto a 6 anni fino 8 anni Collegio a Genova dalla Suore di Santa Faustina. Erano severe ma ero io scapestrato siccome avevo perso il Padre a 3 anni e mia madre per lavorare in Latteria doveva mandarmi via e sempre Preferiva Collegi o Colonie Cattoliche Cristiani o Salesiane. Non voglio annoiarvi troppo. Termino con un ciao presto

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