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Mary Pyle: donna di carità

Casa sua non era mai troppo piccola per ospitare un viandante, un pellegrino, un povero.

Alla scuola di Padre Pio, Maria Pyle corse speditamente nella via della perfezione, senza mai accontentarsi delle tappe raggiunte, riuscendo sempre a scoprire nuove mete nell’esercizio della carità. La sua vita fu dunque un continuo esercizio di questa virtù fondamentale.

Molti ricordano di aver ricevuto le sue attenzioni materne e caritatevoli. Per quarantacinque anni San Giovanni Rotondo ha goduto della sua presenza e della sua azione. Pur vivendo inizialmente isolata dal paese, non disdegnava di recarvisi  per portare conforto chi ne avesse bisogno. Chi l’ha conosciuta afferma che la sua porta non era mai chiusa e la sua casa non era mai troppo piccola per ospitare un viandante, un pellegrino, un povero. E la sua mensa non era mai troppo stretta per aggiungervi un posto in qualunque momento. Non esistevano imbarazzi a  cui non ponesse rimedio, facendo sentire il ricco e il povero, il colto e l’ignorante, seduti alla sua mensa, persone degne della stessa attenzione e dello stesso amore: così erano dinanzi a Dio, così apparivano ai suoi occhi.

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La sua carità mi chiedeva credenziali, donava a tutti indistintamente. Non accadeva mai che un povero andasse via dalla sua casa senza aver ricevuto qualcosa. Nonostante la sua buona rendita mensile, molto spesso i poveri le “svuotavano” il portamonete, costringendola ad elemosinare ai frati di che donare i suoi “clienti“. Lo stesso padre Pio, in un’occasione particolare le riconobbe pubblicamente:“..hai fatto del bene a tutti”. Neppure l’età avanzata o la malattia divennero un ostacolo al suo concreto amore per il suo Gesù che incontrava quotidianamente nei poveri: si avvaleva dell’aiuto di terze persone per amministrare come sempre la provvidenza che Dio le donava.  Il suo cuore si commuoveva particolarmente di fronte ai piccoli e agli ammalati: senza tralasciare i suoi “ospiti” quotidiani, aveva attenzione speciale per l’orfanotrofio di San Giovanni Rotondo, nel quale le suore cappuccine accudivano i piccoli più sfortunati. Nell’ammalato riconosceva Cristo Crocifisso e non disdegnava di abbracciali e baciarli, anche nel caso di una un’ammalata di cancro che, deturpata in volto dal suo male, era schivata da tutti.

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Maria aveva anche un altro segreto: una costante unione educativa con Dio, che ha segnato tutta la sua esistenza. Neppure i bombardamenti le fecero perdere una sola volta. l’incontro con Gesù Eucaristico. Infatti quando, durante la seconda guerra mondiale, fu confinata a Pietrelcina, raggiungeva la chiesa madre per la messa quotidiana ovunque si trovasse, incurante di rischiare la vita.

Maria dunque, fu donna di carità perché la sua fede la spingeva ogni giorno a incontrare Gesù: a unirsi a lui in comunione eucaristica e a continuare ad amarlo nel bisognoso. Questo amore l’ha spinta a spendere la sua vita per il prossimo, perché nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per la persona amata.

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