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Sul set del Film su Padre Pio, Abel Ferrara si racconta

Sul set con Shia Lebouf: Padre Pio

“Il mio prossimo film sarà su Padre Pio”. Abel Ferrara Lo aveva annunciato al Locarno Film Festival nell’agosto del 2021. Detto fatto. A novembre il ciak nel convento di San Marco La Catola. Regista, sceneggiatore e attore statunitense Abel Ferrara è nato a New York il 19 luglio 1951.

“C’era una statua di padre Pio nella chiesa dove sono cresciuto a New York” aveva raccontato.  Lì era emigrato il nonno Abele con i fratelli quando aveva vent’anni. Gli altri non si sono adattati e sono tornati, lui si è costruito una vita negli Stati Unini. Nonno Abele era nato a Sarno, in Campania, un paese non lontano da quello di Padre Pio, nello stesso anno del santo cappuccino. “Nonno Abele era molto legato alla sua figura”.

Abbiamo incontrato il regista newyorkese sul set del film nel conventino della provincia di Sant’Angelo e Padre Pio e ci ha raccontato che Padre Pio per lui rappresenta “la compassione, l’empatia, il continuo sacrificarsi per gli altri”. Quello che ha colpito maggiormente il regista è stata “la sua identificazione con il Cristo, i suoi miracoli come l’ospedale, le sue confessioni, la sua messa, le persone che sapevano che lui era lì per loro, viveva per gli altri e lo dimostrava tutti i giorni”.

Il film parlerà di un preciso momento storico che vive Padre Pio a San Giovanni Rotondo: la stigmatizzazione. Era il momento della verità. Il momento reale dell’illuminazione, il momento in cui ha accettato la sua unione con Cristo. In quegli anni si scatena l’inferno sulla terra – racconta Ferrara – il diavolo che semina e Padre Pio che lo combatte nella sua stanza”.

L’attore Shia Lobeuf è Padre Pio. Shia è stato l’interprete di Indiana Jones, della trilogia di Transformers, di Disturbia, di Wall Street ed utilizza il metodo Stanislavskij per immedesimarsi nella parte. “Con gli attori sono molto istintivo, ho constatato che il viaggio interiore e personale del protagonista andava di pari passo con quello di Padre Pio. Avevo bisogno di qualcuno che replicasse quel tipo di emozione e Shia era la persona giusta per replicare anche la profondità, l’intelligenza e il carisma del frate cappuccino. È stata un’esperienza molto importante per lui anche perché era già stato dai frati cappuccini di Los Angeles dove ha ritrovato la sua fede in Gesù. Questo film è arrivato nel momento giusto per lui.  I frati lo hanno accolto a braccia aperte sia in America che qui a San Giovanni Rotondo”. Inoltre, ha aggiunto Abel: “Siamo completamente supportati e lui è entrato nella parte. È momento significativo e magico per Shia per la sua vita privata e anche per me”.

Alla domanda se dall’inizio delle riprese avesse percepito la presenza di Padre Pio il regista risponde: “every second” – “ogni secondo”. “Padre Pio non era un frate che predicava solo con le parole era un uomo che dimostrava attraverso le sue azioni. Sono cinque anni che lavoro a questo progetto. Fare un film sulla parola onesta di Gesù non è facile. È stato un mio grande desiderio farlo ed oggi che siamo qui non mi sembra vero. Sono molto contento”

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% Commenti (1)

Stefano Giovanni Cordioli

da quello che capisco, Ferrara mi sembra un bravo e scrupoloso regista. Non vedo l’ora di vedere il suo film. Come devoto di s.Pio lo aspetto con trepidazione. Stefano da Verona.

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