




Il 12 settembre 1968 il mistico frate, incoraggiato proprio da Padre Carmelo, scrive la sua ultima lettera indirizzata a Papa Paolo VI per ringraziarlo anche a nome dei suoi figli spirituali, dei gruppi di preghiera, per la parola chiara e decisa che ha espresso nell’ultima enciclica Humanae Vitae. Padre Pio scrive al Papa per riaffermare la sua incondizionata obbedienza alla Chiesa.


Lunedì 28 settembre 1968 Padre Carmelo sostiene e incoraggia tutti al termine della Celebrazione Eucaristica tenendo un discorso commovente: “il nostro cuore soffre perché non vediamo più la sua presenza fisica non sentiamo più suo piede stanco e dolorante trascinarsi per i corridoi del convento e della chiesa non vediamo più la sua mano alzarsi benedicente su ognuno di noi non sentiamo più quel colpo di tosse che c era diventato familiare però siamo più che convinti che padre pio e con noi in noi e in mezzo a noi padre pio non ci abbandona con la sua preghiera e con la sua continua assistenza”.

Dal 1968 al 1970 è nominato quarto definitore e nel 1969 è guardiano a Campobasso – Monti. Nel 1970 il sospirato ritorno della provincia religiosa all’autonomia trova padre Carmelo tra i superiori in qualità di secondo definitore. Viene altresì nominato segretario provinciale ed archivista. Fra Carmelo ha una grande carica affettiva ad un generoso entusiasmo per il bene della provincia religiosa mostrando un attaccamento fedele soprattutto nei momenti più difficili.
Il 13 giugno 1971 alla prematura età di 44 anni raggiunge nell’eternità il suo illustre confratello Padre Pio da Pietrelcina spiccando il volo da Casa Sollievo della Sofferenza, da quella creatura della provvidenza che il fondatore volle fosse sostenuta dall’attività orante e dall’apostolato dei Gruppi di Preghiera, quei gruppi di cui proprio Padre Carmelo è stato il primo direttore generale.
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