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Padre Pio lottava contro il demonio e Mons. Agostino scappava dal convento di Sant’Anna

Padre Pio nel convento di Sant'Anna. Era l'11 maggio 1916

Il superiore del convento di Sant’Anna, Padre Nazareno d’Arpaise, ebbe particolare cure per il giovane cappuccino giunto in convento nel febbraio del 1916. Padre Nazareno scrisse un quaderno di appunti dal titolo “Notizie su Padre Pio da Pietrelcina” da cui desumiamo aneddoti interessanti sulla permanenza di San Pio a Foggia.

Una sera, Padre Pio, chiese se poteva ritirarsi nella sua cella. Venne accontentato. Gli altri confratelli rimasero a mangiare nel refettorio. La cella di Padre Pio era situata al primo piano, proprio sopra il refettorio. I religiosi, mentre cenavano, vennero sorpresi e terrorizzati da una violenta detonazione. Scrisse padre Nazareno nei suoi Appunti: «…mandai Padre Francesco da Torremaggiore alla stanza di Padre Pio, immaginando che Piuccio, avendo bisogno di qualche cosa ed avendo chiamato invano, avesse lanciato una sedia in mezzo alla stanza per essere inteso. Il confratello andò su e domandò di che cosa avesse bisogno, ma Padre Pio rispose: “Non ho chiamato né ho bisogno di niente”…».

Lo stesso avvenne anche le sere successive. «…Bisogna premettere che, dopo la detonazione…, si trovava Padre Pio in un bagno di sudore e dovevamo cambiarlo da capo a piedi… Dinanzi a queste detonazioni – racconta padre Nazareno – i frati si erano talmente impauriti che non volevano restare mai soli ed appena dopo la ricreazione ognuno si ritirava nella stanza e si chiudeva ermeticamente».

Il guardiano seppe dallo stesso Padre Pio che era il demonio il quale, dopo averlo tentato con tutte le forze, ingaggiava con lui una forte colluttazione. Padre Nazareno fece presente ogni cosa al ministro provinciale, che scongiurò Padre Pio affinché pregasse il Signore di far cessare quel fracasso serale, per la pace della comunità impaurita. Padre Pio rappresentò a Gesù il desiderio di Padre Benedetto ed ottenne l’invocato silenzio.

Sempre negli Appunti di Padre Nazareno, si legge: «Si trovò di passaggio una sera Monsignore Agostino, vescovo di Ariano Irpino, al quale credetti bene di raccontare quanto avveniva in convento, e lui: “Padre guardiano, il Medio Evo è finito e voi credete ancora a queste panzane?». Quando però nel refettorio si sentì, dopo un calpestio, la solita detonazione, «il domestico del Vescovo, che mangiava in foresteria, scappò al refettorio con i capelli ritti e pieno di paura. Il Vescovo rimase così impaurito che quella sera non volle dormire solo ed il giorno seguente lasciò il convento e più non ritornò»

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