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Padre Pio e le estasi di Venafro

Le trascrizioni di Padre Agostino da San Marco in Lamis

Padre Pio nel 1911 (sacerdote da un anno) era a Venafro.

Dopo i primi giorni di permanenza passati serenamente stette male. A causa della malattia non poteva celebrare la santa Messa, per cui riceveva la santa Comunione a letto, che fu il suo unico cibo per ventuno giorni.

Nel frattempo si scoprirono le sue estasi, durante le quali egli rimaneva lungamente a colloquio con Gesù, con la Madonna, con l’Angelo Custode, e, a volte, con san Francesco. Padre Agostino nel suo diario, come meglio poteva, il 28 – 29 – 30 – novembre e 1 dicembre ha trascritto le parole proferite dal Padre Pio durante le estasi: erano degli appunti (scritti a matita e, fortunatamente, arrivati anch’essi sino a noi!), che egli prendeva frettolosamente nella stessa stanza di Padre Pio, che lo pregava di rimanere.

Le estasi erano quasi continue: avvenivano due o tre volte al giorno: duravano da un’ora fino a due ore e mezza alle volte.

In quella del 29 – 11 si trovò presente il medico: dott Lombardi. vedendolo con gli occhi aperti, fissi in alto, senza mai batter palpebra, accese un cerino e glielo tenne fermo dinanzi alla pupilla: egli non avvertiva nulla. Il medico si meravigliò dei battiti del cuore che non erano sincroni con quelli del polso, si meravigliò della vivacità e bellezza del volto, ci domandò se dopo quello stato ricordasse tutto, alla risposta affermativa, disse che per lui era cosa insolita e punto naturale.

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