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Padre Pio e l’Avvento

Tutta la sua vita è stata un'avvento

L’attesa della seconda venuta del Signore è il tema prevalente dell’Avvento, che tende a predisporre il credente all’incontro con Cristo, nel quale si deciderà il suo “destino” finale che completerà il piano salvifico a cui è stato chiamato. A questa attesa, in modo particolare, ogni fedele deve rivolgere la sua attenzione, stando allerta, come una vigile sentinella, senza lasciarsi sopraffare dal sonno dalla stanchezza, di cui approfitta il ladro.

La gioia e la speranza che caratterizzano l’avvento, diventano esultanza nella notte in cui si celebra la festa del Natale. Il figlio di Dio, che si fece carne “quando giunse la pienezza del tempo” si incarna misticamente nel cuore di chi ha fede. Giace ora nel presepe, in una mangiatoia, per consentire all’uomo di potersi cibare di lui e diventare suo “Salvatore” e “Signore“. Giace in una grotta per impartire lezioni di umiltà e di amore.

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Padre Pio ha vissuto la sua esistenza terrena nell’attesa e nella preparazione all’incontro con Dio. Si potrebbe dire che tutta la sua vita è stata un’avvento. Fin dal 26 dicembre, ogni anno contava i giorni che lo dividevano dal Natale. E, in una “Notte Santa” davanti al presepe, meditando scrisse: “Quali e quanti non sono, o cristiani, gli insegnamenti che partono dalla grotta di Betlemme! Oh come deve sentirsi acceso il cuore di amore per colui che tutto tenerezza si è fatto per noi! Oh come dovremmo ardere dal desiderio di condurre il mondo tutto a quest’ umile grotta, asilo del re dei re, più grande di ogni reggia umana, perché trono e dimora di Dio! Chiediamo a questo divin Bambino di rivestirci di umiltà perché solo con questa virtù possiamo gustare questo mistero ripieno di divine tenerezze” 

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