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Padre Pio: “Devi sapere che io di bugie non ne dico a nessuno”

Il racconto di Padre Eusebio Notte

Padre Eusebio Notte, assistente di Padre Pio per diversi anni era anche il compagno di viaggio dalla stanza alla chiesa e ai matronei. Un giorno, mentre accompagnava Padre Pio dai matronei della chiesa grande al coro della chiesetta per la recita dell’Angelus, gli andò incontro un ragazzo, che aveva libero accesso al convento perché era figlio dell’arch. Geppino Gentile, costruttore della chiesa nuova di Santa Maria delle Grazie.

In precedenza, Adelelmo, aveva consegnato a Padre Eusebio un crocifisso da “far benedire e baciare da Padre Pio”.

Dopo qualche ora l’assistente di Padre Pio lo restituì al ragazzo dicendo che il suo desiderio era stato appagato, ma non era vero. Il crocifisso era benedetto dallo stesso Padre Eusebio. Quando vide che il ragazzo si avvicinava a loro, Padre Eusebio mormorò all’orecchio di Padre Pio: “Padre, il ragazzo, certamente chiederà se ha benedetto un suo crocifisso, dica di sì: l’ho benedetto io al posto suo”. Appena di fronte a Padre Pio, Adelelmo baciò la mano e disse: “Grazie, Padre, perché ha benedetto e baciato il mio crocifisso”. Padre Pio, invece, rispose: “No, io non l’ho benedetto né baciato il tuo crocifisso. Non l’ho neppure visto”.

Adelelmo il crocifisso lo aveva ancora in tasca. Immediatamente lo tirò fuori e lo mostrò a Padre Pio. Questi lo prese, lo benedisse, lo baciò sonoramente e lo diede al suo padroncino:

Padre Eusebio scrive nel suo libro: “Io feci una figura meschina, ma me la meritavo. Riprendemmo il cammino, e stetti in silenzio per qualche minuto. Poi dissi: “Eh! Non poteva dire neppure una piccola bugia a un ragazzo!…”. Prontamente, lui: «Devi sapere che io di bugie non ne dico a nessuno». Ma quella mia bugia ebbe qualche piccola conseguenza: Adelelmo lo disse ai suoi genitori e anche ad altre persone. Fui sbugiardato. E la lezione di un bambino e di un santo mi servì”.

Per la famiglia del ragazzo, quel crocifisso divenne una reliquia.

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