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Anche se malato Padre Pio digiunava

Seppur malato desiderava compiere le opere di penitenza e di mortificazione

Il digiuno e l’astinenza sono strettamente legati con la prassi penitenziale sacramentale, quando si riconosce di aver offeso Dio e i fratelli e si stabilisce di ritornare ad amare l’Uno e gli altri. Quindi non vale di per sé l’opera esterna e materiale del digiuno o dell’astinenza, ma acquista valore solo quando essa è accompagnata dal pentimento sincero ed alla nuova vita di rettitudine di carità.

Padre Pio ha  affrontato questo argomento solo di sfuggita e per alcune categorie di persone così come era richiesto nella soluzione dei “casi di morale”. Nell’epistolario  parla solo due volte del digiuno. La prima volta quando chiede al padre Benedetto da San Marco in Lamis a che cosa è tenuto, lui malato nel periodo della quaresima: “Vengo a chiederle una carità. La santa Quaresima ormai è prossima, ella ben conosce il mio stato; deriderei comunque sapere da lei proprio a che sono tenuto in tale giorni e solo in questo modo potrei rimanere tranquillo incoscienza(Epist. I, 214). Non conosciamo la risposta del suo padre provinciale, infatti non risulta nell’epistolario, ma notiamo molto bene la delicatezza d’animo del Padre che, quantunque ammalato quindi dispensato,desidera  compiere le opere di penitenza e di mortificazione. L’altra volta il 6 gennaio del 1917, Padre Pio scrive di nuovo padre Benedetto e gli chiede il permesso: “…quello cioè di digiunare due volte al mese:  una volta in onore della Madonna e l’altra volta in onore di sant’Antonio. E’ stata una promessa che ho fatto,  sempre che mi fosse stato accordato il permesso da voi. Quindi io adesso mi rimetto nelle vostre mani ed attendo la vostra decisione, che mi riprometto sia affermativa “(Epist. I, 858). Anche questa volta manca la risposta del padre spirituale, ma è evidente che Padre Pio non faceva nulla senza il permesso dei suoi superiori e tutto compiva sotto la loro direzione e decisione sempre per la tranquillità della sua coscienza. In una lettera del 21 dicembre 1914 di Padre Agostino da San Marco in Lamis, secondo padre spirituale di padre Pio, troviamo queste parole: “Il giorno del Santo Natale, venerdì prossimo, anche noi religioni possiamo mangiare di grasso per la dispensa in perpetuo della memoria di Pio X (8 dicembre 1908) -Tu poi, come malato, sei dispensato anche dal digiuno “(Epist. I, 520) 220. Appare chiaramente che il Padre aveva scritto al padre spirituale per richiedere come doveva comportarsi riguardo all’astinenza dalle carni il giorno di Natale, ma il padre Agostino gli ricorda che non solo il rescritto Pontificio di dispensa, ma anche il fatto che lui, essendo malato, è dispensato dal digiuno. E’ questa è una prassi che è rimasta in vigore anche oggi.

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Padre Pio era un padre tenero ed affettuoso e a somiglianza di Gesù, che non voleva che i suoi discepoli facessero penitenza lui presente, non desiderava affatto che i suoi figli e le sue figlie spirituali digiunassero, perché non voleva vedere soffrire i suoi figli, ma che godessero buona salute, in quanto questa, diceva è “dono di Dio” (a Maria Gargani, Epist. III, 326). Quello che consigliava alle figlie spirituali, che gli dicevano di voler praticare delle opere particolari di mortificazione, era di saper accettare le prove spirituali. In particolare esortava Margherita Tresca a sopportare con pazienza le tribolazioni a cui il Signore la sottoponeva con le seguenti parole: “Umiliatevi sotto la potente mano di Dio accettando con sottomissione e con pazienza le tribolazioni che egli vi manda, affinché vi possa egli esaltare nel tempo della vita col darvi la sua grazia”. (Epist. III, 163). Spesso richiedeva alle sue figlie spirituali la preghiera che lo assistessero nelle sue “straordinarie mortificazioni“, poi le esortava a praticare i “santi fioretti” e ad offrire i mali fisici. Dopo la santa confessione suggeriva di recitare sempre 7 Gloria in onore di San Michele e chiedeva che pregassero per lui l’Arcangelo. Anche nei suoi programmi di vita spirituale e ascetica non consigliava mai penitenze straordinarie. Padre Pio per principio non approvava, anche nelle pratiche di pietà, le lungaggini, gli eccessi e le sovrapposizioni di vari esercizi; come non approvava le penitenze straordinarie. Diceva che: “le cose ce le manda il Signore; non è necessario che ce le costruiamo noi”.

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San Pio intercedi per me presso Gesu’affinche’l’intervento al fegato mi vada bene.Aiutami sa Pio te lo chiedo con tutto il cuore

Pregherò per te stasera stessa affinché vada tutto bene.

Santissimo Padre Pio intercedi affinché possa unirmi in matrimonio con l’uomo della mia vita. E fa che la famiglia che andremo a formare sia sempre viva nell’amore per noi e per i nostri figli 🙏❤️❤️Amen.

PADRE PIO TI CHIEDO INTERCESSIONE PER LA GUARIGIONE DI MARIO

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