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“Padre Pio tu ci devi salvare!”. La bomba cadde e non esplose

I fatti di Macerata. Era il 22 aprile 1945

Padre Agostino da San Marco in Lamis, nel suo diario annotò che nel mese di aprile del 1945 si tenne nel convento di San Giovanni Rotondo, un Convegno dei padri Provinciali e dei delegati provinciali del Terz’Ordine Francescano dell’Italia Meridionale.

Un Convegno, ideato e organizzato da fra Angelico da Sarno, delegato provinciale di Foggia, poi delegato nazionale per il TOF. L’incontro venne presieduto dal padre Generale dei cappuccini, padre Donato da Welle. In quei giorni i frati raccontarono a Padre Pio un fatto accaduto durante i bombardamenti a Macerata.

Per lui sembrava una cosa indifferente, mentre “a noi – scrive nel suo diario padre Agostino – parve di grande importanza”. I frati raccontarono che alcune persone, venute in quei giorni da Macerata, gli facevano sapere come erano state liberate, miracolosamente, durante i bombardamenti grazie a lui. Infatti dissero che una bomba, caduta vicino ad una sua fotografia di Padre Pio nella stanza dove quelle persone si trovavano, finì come una bolla di sapone.

Altre persone, invece, mentre infieriva il bombardamento, presero una fotografia di Padre Pio, dicendo: «Padre Pio, tu ci devi salvare». Dicendo così, cade una bomba e non esplode. Padre Pio dopo aver ascoltato l’aneddoto disse: «Ma io, sentendo tali cose raccontare, dicevo: Ma voi mi fate gonfiare! .. . È vero che il gonfiore viene dal di fuori .. . ma! … ». “Che semplicità! racconta padre Agostino e poi aggiunse – Come se tutto questo non lo riguardasse! Il Signore lo mantiene sempre nella santa umiltà”.

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