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Padre Pio soffre per i peccati degli uomini

La sofferenza di Padre Pio per il martirio causato dalle offese degli uomini
padre pio sofferente

Nell’ottobre 1915 Padre Pio dalla sua Pietrelcina scrive al suo padre lettore: padre Agostino da san Marco in Lamis.
In questa lettera racconta che non riesce “a frenare gli impeti del cuore” e che non potrebbe “rassegnarsi di essere separato dal suo direttore per mancanza d’amore. Inoltre spiega il suo “martirio causato dalle offese degli uomini”. Infine in questa lettera accetta il patto proposto: diventare “Vittima per i peccatori“.

Quanta è grande, o padre, la mia sventura! Chi potrà comprenderla? Conosco benissimo d’essere io un mistero a me stesso, non so comprendermi. Tutti i tormenti di questa terra raccolti in un fascio, io li accetto, o mio Dio, io li desidero qual mia porzione, ma non potrei giammai rassegnarmi di essere separato da voi per mancanza di amore. Deh! per pietà non permettete che
vada errata questa povera anima; non acconsentite giammai che questa mia speranza vada fallita. Fate che io mai mi separi da voi, e se lo sia al presente senza conoscerlo, traetemene in questo istante; confortate questo mio intelletto, o Dio mio, sicché conosca bene me stesso ed il grande amore che mi avete addimostrato e possa io godere eternamente le bellezze sovrane del vostro
volto divino. Non sia mai, o caro Gesù, che io perda un sì prezioso tesoro quale voi siete per me. Mio Signore e mio Dio, troppo viva è nella mia anima quella ineffabile dolcezza, che piove dai vostri occhi e che voi, mio bene, vi degnaste mirare con occhio di amore questa povera meschinella. … Come potrà essere lenito lo strazio del mio cuore, il sapersi lontano da voi? Assai bene conosce l’anima mia quale terribile battaglia fu la mia, quando voi, o mio diletto, da me vi nascondeste! Quanta è viva, o mio dolcissimo amante, questa terribile e fulminante pittura impressa in questa anima! Chi fia mai che riesca a separare o a spegnere questo fuoco, che in petto mi arde di fiamme sì accese per voi? Deh!, o Signore, non vogliate prendervi gusto a nascondervi, voi lo comprendete quale scompiglio ed agitazione s’impossessano di tutte le potenze dell’anima e dei sentimenti ancora essi! Voi il vedete che non regge al crudele strazio di quest’abbandono la poverina, perché voi troppo l’avete innamorata di voi, bellezza infinita. Voi poi mi esortate ad offrirmi vittima al Signore per i poveri peccatori. Questa [offerta] la feci una volta e la vado rinnovando ancora più volte al giorno. Ma come va che il Signore non mi esaudisce? Io per la salute di costoro offersi anche la mia vita, eppure il Signore mi fa continuare a vivere. Dunque non è stato gradito al Signore l’olocausto che io gli avevo fatto e tuttora gli vado facendo di tutto me stesso? Mi riesce poi, o padre, di sommo gradimento la vostra proposta, perciò uniamoci nell’intenzione ed aiutiamoci a vicenda. In tutta la cattiva stagione voi mi troverete davanti a lui, dalle quattro e mezzo alle nove e mezzo in circa; al giorno poi in tutti i tempi dalle ore ventidue e tre quarti sino a verso l’Ave Maria. Questi sono i tempi ordinari; nel resto poi dipende dalle circostanze”.

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