Il 26 settembre 1968 rimane una data impressa nella memoria di milioni di fedeli. Quel giorno, a San Giovanni Rotondo, si svolse il funerale di Padre Pio da Pietrelcina, il frate cappuccino che per cinquant’anni portò le stimmate di Cristo e che, attraverso il confessionale e la preghiera, aveva attirato a sé milioni di devoti da ogni parte del mondo. La sua morte, avvenuta il 23 settembre, destò un’ondata di commozione senza precedenti. Tre giorni dopo, il 26 settembre, si tennero i funerali che radunarono circa centomila persone in un piccolo paese della Puglia: San Giovanni Rotondo.
Le ore precedenti al funerale

Cerimonia privata in chiesa
Nel primo pomeriggio si tenne una breve intensa cerimonia all’interno del santuario. Le forze dell’ordine, schierate attorno al feretro, resero un saluto militare al frate cappuccino, riconoscendo in lui non solo una guida spirituale ma anche un padre per l’intera comunità. Seguì un lungo momento di silenzio, rotto soltanto dal pianto dei presenti.
L’uscita del feretro e la folla in lacrime

Il corteo funebre
Il feretro attraverso le vie di San Giovanni rotondo, accompagnato da canti, preghiere e rosario.i cronisti stimarono la presenza di circa 100.000 fedeli. Dal cielo, elicotteri militari lanciavano fiori e messaggi.
Le parole di Enrico Medi
Durante il corteo, lo scienziato Enrico Medi, figlio spirituale di padre Pio, oggi Venerabile, guidò la recita del Santo Rosario e pronunciò parole destinate a restare nella storia. Definì padre Pio “un crocifisso vivente per cinquant’anni“, sottolineando come le sue stimmate e il suo dolore avessero reso presente la passione di Cristo in mezzo agli uomini: “è stato in mezzo a noi tanto poveri, che quasi non ce ne siamo accorti. Abbiamo visto in lui il dolore, le grazie, i miracoli. Abbiamo chiesto a lui conforto e carezze, abbiamo ascoltato parole e consigli”.
l’omaggio del sindaco di San Giovanni rotondO
Il corteo, alle 17,35, si fermò davanti al municipio. Dal balcone principale il sindaco, Sala, con voce rotta dall’emozione, ringraziò padre Pio per la testimonianza offerta e promise che la comunità avrebbe continuato a camminare lungo la strada indicata dal frate: “continueremo uniti il cammino luminoso che tu ci hai aperto nel nome di Cristo Salvatore. Grazie, Padre!”
LA MESSA SOLENNE
Alle 19 ,si celebrò la Messa funebre, presieduta da padre Clemente da Vlissingen, ministro generale dei frati minori Cappuccini. Concelebrarono 24 sacerdoti, alla presenza di due vescovi: mons. Giuseppe Lenotti, vescovo di Foggia e mons. Antonio Cunial, vescovo di Lucera. Fu proprio Mons. Cunial a dare l’ultima benedizione alla salma. Durante il rito venne eletto anche un telegramma inviato dal Vaticano, in cui il Papa Paolo VI esprimeva il suo cordoglio per la perdita del frate di Pietrelcina: “Il Signore conceda al suo servitore fedele eterna corona di giustizia”
L’elogio funebre dei confratelli cappuccini
Padre Clemente da Santa Maria in Punta, amministratore della provincia religiosa, pronunciò un discorso che toccò profondamente i presenti. Ricordò il frate come un uomo di preghiera e di sacrificio, capace di essere duro e paterno allo stesso tempo, invitò tbenedizione di padre Pioutti a seguire il suo esempio di amore perdono: “seguendo padre Pio, amiamo i fratelli, togliamo dalla nostra vita l’odio e risentimento. Superiamo quello che ci divide. Siamo facitori di concordia e pace”.
L’ultima benedizione di padre Pio
Un momento indimenticabile fu quello in cui padre Carmelo da San Giovanni in Galdo, guardiano del convento dei cappuccini, trasmise ai fedeli l’ultima benedizione che Padre Pio, poco prima di morire, aveva chiesto di impartire a tutti. Fu un istante di profonda emozione che lasciò un segno indelebile nel cuore dei partecipanti.
La sepoltura nella cripta della Chiesa Santa Maria delle Grazie
Alle 20:30, dopo una breve sosta dinanzi al piazzale della Casa Sollievo della Sofferenza, la salma fu portata nella cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie. La bara venne deposta in un loculo sigillato e protetto da un sarcofago di granito. La folla, trattenuta a distanza per evitare disordini, poté accedere al sepolcro solo dal giorno successivo. Da quel momento, la tomba di Padre Pio divenne meta di pellegrinaggi incessanti, trasformandosi in uno dei luoghi spirituali più visitati al mondo.
L’eredità spirituale di un santo del popolo
Il funerale di Padre Pio non fu solo un evento religioso, ma anche un momento di profonda unità popolare. Qualcuno lo definì un “trionfo“. La sua figura di uomo sofferente, di confessore instancabile e di testimone di Cristo rimase impressa nella coscienza collettiva. A distanza di oltre mezzo secolo, l’immagine di quella folla in lacrime che accompagnava il frate stigmatizzato continua a commuovere e a raccontare la forza di una fede semplice ma autentica.
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