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La “bugia” di Padre Pio

Il tema dello studente fra Pio da cui si evince il suo grande amore per la sincerità.

Padre Pio aveva un carattere franco e sincero, che manifestava non solo nel difendere i suoi punti di vista, ma anche nel disapprovare, alle volte, l’atteggiamento dei direttori a suo riguardo.

Quando era ancora chierico, giovanetto di 17 anni, frequentando il ginnasio a Sant’Elia a Pianisi (febbraio-giugno 1904), Padre Pio ha svolto il tema “La bugia“, da quale possiamo vedere alcune espressioni che rivelano il suo grande amore per la sincerità.

La verità… è una virtù, che ci fa palesare i nostri sentimenti tali, quali sono nel cuore, con una retta intenzione di piacere a Dio solo, senza curarci di ciò che si dica gli uomini. Mentre la bugia è la sorgente, donde provengono le doppiette, le simulazioni, gli inganni e le adulazioni, per dare ad intendere al prossimo, che si dica una cosa, come se la sente, nell’atto stesso che si esprime un sentimento totalmente diverso da quello, che si tiene nell’animo. Quanto però dobbiamo aborrire l’esser bugiardi, altrettanto dobbiamo ancora amar l’essere sinceri e veraci; tanto a conoscenza che la grazia e la verità sono i primi mobili di nostro spirito, del nostro cuore, della nostra lingua, e che le nostre parole hanno una perfetta conformità coi nostri pensieri e con le nostre azioni… Se la sincerità è desiderata in chicchessia, molto più dobbiamo desiderarla noi, seguaci del Nazareno.

Procuriamo perciò di praticarla con tutti... Noi seguaci di Cristo dobbiamo guardarcene (dalla insincerità), amando sempre la verità, non per i nostri interessi, nè per attacco la nostra opinione, nè per ambizione di essere uomo sincero; ma bensì per amore della verità, che è il fondamento immobiliare della nostra fede; e per imitare ancora Iddio, quale adoriamo, incapace di mentire o ingannare; e per mantenere l’unione e buona intelligenza coi nostri prossimi, ed anche per sostenere l’onore ed il decoro del nostro stato, mentre colle finzioni e menzogne si viene a perdere il credito e si diventa pure odioso a tutti” (componimenti scolastici,  126).

Divenuto sacerdote, Padre Pio continuò in questo amore per la verità e perfezionò il suo carattere franco e sincero, che mantenne anche nelle sue relazioni con i superiori. E ai suoi figli spirituali inculcò sempre la sincerità e l’amore per la verità. Ad esempio a Raffaelina Cerase nella lettera del 16 novembre 1914, avente per oggetto “quale deve essere la vita di chi vive nello spirito di Gesù Cristo”, cioè il modello del vero cristiano, raccomandava: “Oltre dei vizi del senso dell’avarizia,  bisogna che il buon cristiano si guardi dei vizi che offendono il prossimo, sia interiormente col cuore,  sia esteriormente  con la lingua” (Epist. II 232).

E tra i vizi della lingua, dopo la bestemmia e il discorso impuro, menziona il mentire. “Di qui nascono gli inganni, gli spergiuri e mille altre furfanterie che si commettono a danno del nostro prossimo” (Epist. II, 233). Padre Donato da Welle, ministro generale dell’Ordine dei Cappuccini, (dal 1938 al 1946) recandosi a San Giovanni Rotondo per conoscere di persona Padre Pio e per formarsi un giudizio diretto su di lui, dopo la prima visita e ripetuti ragionamenti, ogni genere di questioni attesta: “Dopo ripetute prove in tutti i sensi ho potuto concludere che il padre Pio era assolutamente sano di spirito e mi rimase  la certezza di una semplicità e sincerità che era incapace di ingannare o di dire un “sì” per un “no”.

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Ahimè io detesto la piccola BUGIA, che poi a furia di trascurare la Verità, senza che ci si accorge, ti rende un uomo a furia di raccontare piccole BUGIE, un perfetto e completo uomo BUGIARDO…, a furia di dire piccole bugie. Poi si passa alle BUGIE più rilevanti cioè più GROSSE e sempre ancor più Grandi fino poi a dire le MENZOGNE, che il padre della MENZOGNA è satana. Certo che anch’io ho detto piccole Bugie, ma poi pentito il giorno dopo – avendo di notte un rimorso della mia Coscienza -, le correggevo dicendo alla persona che ho detto la Bugia, gli dicevo poi alla fine la Verità. Questo quasi sempre ATTUAVO dire la Verità per piacere DIO, come uomo sincero, siccome mi facevo l’analisi della mia giornata alla sera, coricato nel mio letto, e se avevo detto una Bugia mi rodeva l’anima, ed a volte non riuscivo nemmeno a dormire. Non a tutti piace sentire in faccia ciò che io penso, e siccome io credo che l’amico a cui gli parlo, lui riesce a leggermi nel pensiero, oppure con smorfie, e la paura, della Bugia correggevo la mia faccia, che significative potesse svelare che fosse una bugia, e credevo che lui mi scoprisse la mia piccola BUGIA. Allora mi sono detto Basta piccole Bugie divo dire sempre la Verità, anche rischiando la critica, non importa, ma la mia REGOLA è DIRE in FACCIA ciò che penso, anche se poi senz’altro l’amico o amica si offende. E l’amico sentendo la mia verità poi rompe i rapporto con me, siccome sono stato esplicito nel dirgli ciò che pensavo. Questo è il rischio cioè della perdita degli amici, se tu cerchi di correggerli loro si offendono, e addio all’amicizia. Non ricordo ma, sono tanti amici che io ho perso, per dire sempre troppa la sincerità detta in faccia, magari con poco garbo, e con poco tatto per fargli digerire la pillola amara. Peccato la mia mancanza di tatto, dicono oggi – DIPLOMAZIA – io invece dico è una perfetta MENZOGNA. Nel corso della mia vita di 67 anni al contrario…, ne ho perso diversi amici per rivelargli in faccia le loro mancanze. Però mi giustifico che nel Catechismo della Chiesa Cattolica “Compendio” nelle 7 opere di Misericordia Spirituale recita: AMMONIRE I PECCATORI. Io senz’altro non tolleravo nemmeno le piccole BUGIE, figuriamoci i peccati. Forse sono stato sempre severo all’eccesso e provo molto dispiace per gli amici che io li ho persi per esuberanza di Verità. Però mi consolavo che forse miglioravano quelli che si offendevano di non dire più poi forse le piccole BUGIE. Termino con un ciao a presto

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