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I ricordi Padre Paolo Covino: “Ho amministrato a Padre Pio il sacramento degli infermi”

Il racconto di Padre Paolo Covino

Padre Pio celebrò la sua ultima messa in canto (il giorno precedente, non celebrò per un violento attacco di asma. Si comunicò soltanto). La chiesa è sta aperta un po’ prima del solito e in pochi minuti si riempì. Il padre scese puntualmente le ore 4:30 e fece la consueta preparazione. Mentre l’aiutavo ad indossare i sacri paramenti, gli comunicai che la messa sarebbe stata cantata. “Non ce la faccio figlio mio”, mi disse.

Cercai di convincerlo insieme ad altri confratelli; ma lui ripeté: “proprio non ce la faccio, figli miei”. Mancavano appena 10 minuti all’inizio. Riferii al superiore che Padre Pio non era in condizione di celebrare la messa cantata. Il superiore scese in sacrestia e disse: “padre spirituale desidero tanto che lei canti la messa”. Padre Pio rispose: “va bene”. Poco dopo accompagnai il padre all’altare. Camminava a fatica appoggiandosi al mio braccio. Iniziò l’introito. Nel silenzio profondo, la voce di Padre Pio era tremula e debole. Il prefazio fu recitato, sia pure a stento. Alla fine della messa, Padre Pio ebbe un collasso, sarebbe caduto. Sarebbe caduto se, insieme fra Giuseppe Pio (detto comunemente Bill), non l’avessi afferrato e sollevato.

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Sulla sedia a rotelle lo trasportano in sacrestia. Deposti paramenti sacri, Padre Pio fu accompagnato in cella, dove fu messo a letto; ma, poco dopo, alzandosi di nuovo, volle recarsi a confessare in chiesa. Non resistette a lungo e si ritirò di nuovo in cella. Alle 10:30, dalla finestra del coro, diede sua benedizione alla folla che sostava sul sagrato. Nella notte del 23 settembre 1968, verso le ore 2.00, fui svegliato dalla voce concitata di padre Pellegrino Funicelli che prestava servizio di assistenza notturna a Padre Pio.

Padre Pellegrino chiamò in aiuto Padre Mariano Palladino perché accorresse nella stanza di Padre Pio il quale stava molto male. Svegliato dal trambusto, accorsi anch’io e, vedendo le gravi condizioni dell’amato padre spirituale, mi recai con sollecitudine i sagrestia a prendere l’olio degli Infermi e l’occorrente assieme a Padre Mariano Palladino, ex sacrista. Al ritorno, nella di Padre Pio trovai altri confratelli.

C’era anche il superiore Padre Carmelo Di Donato il quale mi ha dato il permesso di amministrare l’olio dei sacramenti e la benedizione Apostolica al venerato confratello, non senza aver prima impartita l’assunzione “sub conditione”. Recitai altre preghiere  e conclusi con l’invocazione: “Signore nelle tue mani raccomando il mio spirito”. Poco dopo il venerato Padre Pio da Pietrelcina, ripetendo i nomi dolcissimi di Gesù e Maria chinò la testa e spirò. Erano le ore 2:30 del 23 settembre 1968.

 

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% Commenti (2)

Splendido racconto . Eccelsa l’opera del Santo . Sia gloria a lui per sempre . Amen

Grande Padre , che ci benedica sempre e che da lassù ci aiuti

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